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Quando a Laives

Capitolo 10

si parlava latino

La battaglia finale

Secondo gli storici, la battaglia finale tra la formidabile XXI Rapax (fondata da Augusto nel 31 a.C. e distrutta in Pannonia durante la rivolta dei Sarmati nel 92 d.C.) e altre quattro legioni guidate da Druso e Publio Silio e "l'esercito" retico (in realtà coorti mal coordinate e armate) composto soprattutto da Isarci (tra cui con ogni probabilità anche gli irriducibili Laivesotti del tempo) e Venostes avvenne nelle campagne di Castelfirmiano/Sigmundskron, nei pressi del fiume Adige.
Precedentemente i Romani avevano rastrellato impietosamente le valli e chiuso tutte le vie di fuga ai nemici, costringendoli a rifugiarsi a ridosso delle zone paludose che di fatto finirono per inghiottirli.
Castelfirmiano era un luogo strategicamente rilevante in quanto punto d'incontro di due grandi vallate ma, nel contempo, rivestiva un'enorme importanza anche simbolica, dato che, insieme a Gmund presso Ora, era la principale via di accesso al Monte di Mezzo/Mitterberg, luogo sacro e di culto secolare delle popolazioni retiche della Bassa Atesina.
I legionari romani erano quasi tutti originari del Veronese e Bresciano, e saranno poi loro a insediarsi nei bei poderi (predium) dell'Oltradige e dell'Unterland, i cui vigneti erano noti fino a Roma. Scriverà di lì a poco il poeta Orazio (al tempo non esistevano i giornalisti di regime ma i poeti di corte):

          Augustus...
          ... maxime principum
         quem, legis expertes latinae,

Vindelici didicere nuper

quid Marte posses? Milite nam tuo

Drusus Genaunos, implacidus genus,
Breunosque veloces et arces
Alpibus impositas tremendis
deiecit acer, plus vice simplici;
maior Neronum mox grave proelium

commisit immanesque Raetos
auspiciis pepulit secundis,
... quantis fatigaret ruinis

... impiger hostium
vexare turmas.

(Augusto, il più grande dei principi, che or ora i Vindelici, ignari della legge latina, hanno conosciuto come persona forte in guerra? Con le tue milizie, Druso abbatté con aspra rappresaglia i Genauni, popolo irrequieto, i Breuni veloci e le rocche poste sulle fosche Alpi; il maggiore dei Neroni fece una fierissima battaglia e, con auspici favorevoli, volse in fuga i Reti immani ... (li) incalzava con strage immensa, .... alacre a respingere le torme nemiche».
Dunque, finita la battaglia, i predium (poderi) vennero requisiti dall'ager publicus (demanio) e quindi affidati come buonuscita ai militi in congedo o anche in affitto al miglior offerente. Da questi predium presero nome molti paesi come Appiano (predium Appianum), Cornaiano, Missiano eccetera, insomma tutte le località i cui nomi finiscono in -anum ovvero, in italiano, in -ano.
I Reti che non furono uccisi o schiavizzati, vennero deportati o arruolati negli ausiliari. Molte famiglie cercarono rifugio nelle zone di montagna che i Romani non avevano raggiunto. Nella conca di Bolzano, nacquero molti insediamenti spontanei e nascosti nei boschi tra il Colle e Seit, sul Montelargo/Breitenberg fino a Aldino e Pietralba. Ma era una vita di stenti, con qualche pecora e capra, nulla più. In certe zone particolarmente disperse, si presume che i Reti e la loro lingua sopravvissero per altri 3 o 4 secoli almeno.

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