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Capitolo 32

Laives ai tempi della

via Claudia Augusta

Vadena al centro del mondo

Come fu che il piccolo villaggio di Vadena si trovò al centro del mondo? Domanda bizzarra, dirà qualcuno, Vadena non è mai stata al centro del mondo e difficilmente lo sarà in futuro. Eppure, la domanda è più che giustificata: perché vi furono dei tempi in cui un piccolo villaggio ai piedi del Monte di Mezzo acquisì grande rilevanza in un vasto territorio compreso tra le Alpi e la Pianura padana. Questi tempi furono quelli della cosiddetta età del ferro, insomma i dieci secoli che condussero alla nascita di Cristo e alla completa romanizzazione di gran parte dell'Europa centro-occidentale. A dire il vero, quel villaggio in località Laimburg nacque ancora prima dell'età del ferro, nell'età del bronzo, perché vi sono importanti ritrovamenti che ci riconducono proprio a quel periodo. E fu, Vadena, uno dei primi insediamenti stabili nella valle dell'Adige, secondo, forse, soltanto alla collina di Castelfirmiano, abitata da oltre 5000 anni. E presumibilmente i primi abitanti di Vadena vennero proprio da Castelfirmiano, alla ricerca di nuovi territori da occupare e, soprattutto, di un luogo dove poter facilmente attraversare quel fiume allora selvaggio che attraversava da nord a sud l'intera valle. Bisogna dire che a quell'epoca tutto il territorio alpino veniva da una profonda crisi, quasi tutti i villaggi si erano spopolati o erano stati del tutto abbandonati. Non si conosce il motivo di questi avvenimenti ma è facile immaginare che improvvisamente siano venute meno le basi di sussistenza: carenza di cibo, carestie, epidemie, conflitti. La crisi durò alcuni secoli, poi, con l'età del ferro, e probabilmente con l'industria legata all'estrazione e alla lavorazione di questo metallo, un nuovo dinamismo si sviluppò nelle società alpine. E Vadena fu tra i primi luoghi a crescere e svilupparsi. Abbiamo già parlato della famosa necropoli, comprendente, per quel che se ne sa oggi, circa 200 tombe distribuite su un lunghissimo arco di tempo. Accanto al sepolcreto, in un'area complessiva di 4 ettari, dove oggi si trova la scuola agraria, sorgeva il villaggio, elevato rispetto al livello del fiume di diversi metri e protetto alle spalle da un muro di 4 metri con varie file parallele di abitazioni di ca. 40/50 mq ciascuna, al cui centro dominava il focolare (forse da quell'epoca deriva il modo di dire "riunirsi INTORNO al focolare"). La vera forza, il motore della società Vadenota fu il fiume Adige: qui nacque e si sviluppò un porto di grande importanza (i cui resti sono ancora visibili) e che permise per molti secoli il contatto e il commercio con le popolazioni venete, etrusche e greche stanziate più a sud. Il commercio di prodotti artigianali, agricoli e di metalli portò ricchezza, benessere nelle famiglie e importanza alla località che, tra le poche, sopravvisse per oltre mille anni fin quasi al termine dell'impero romano. Poi decadde rapidamente e di tutto lo splendore antico non rimase che il Maso di Stadlhof/Stadio.

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