I popoli antichi come i Reti della Val d'Adige celebravano il carnevale? Direi proprio di sì. Anzi: il carnevale come lo conosciamo noi è sicuramente la trasformazione pagana di un'antica, importantissima cerimonia religiosa, oserei quasi dire la completa banalizzazione di una grande festa sacra dedicata alla rinascita del ciclo vitale e alle divinità ad esso collegate. In tutta Europa, da est a ovest, da nord a sud, la tradizione delle maschere si accompagna a riti e personaggi pressoché identici, a riprova del fatto che vi era un'epoca in cui i popoli del continente europeo condividevano, oltre al dio denaro, anche aspetti e usanze meno venali. Quasi tutti i riti del carnevale contemplano la presenza di determinate figure, sempre uguali nei secoli, che rappresentano il male, il buio, il freddo, la sterilità - insomma l'inverno: cattive, rumorose, paurose. Sono solitamente vestite in modo grottesco, aggrediscono e feriscono le persone presenti, urlano, compiono gesti inconsulti. Seguono altri personaggi, vestiti di bianco, silenziosi, miti: essi sono l'espressione della luce, del bene, della fertilità . Spesso appare anche una coppia di sposi (a Termeno, per esempio, l'Egetmann Hansl) che mediante il rito delle nozze sottolinea il concetto della fertilità . Non di rado nelle cerimonie compaiono animali quali l'orso e la capra, che simboleggiano la natura selvaggia e quella per così dire addomesticata. In genere, tutti i figuranti sono maschi e anche le figure femminili sono maschi travestiti: fatto che la dice lunga sull'origine dell'usanza. Il rito più frequente, dall'Asia minore alla penisola iberica - e anche in molti carnevali antichi in Trentino e Sudtirolo - è il rito dell'aratura: un aratro viene trainato da finti buoi o contadini in mezzo alla piazza e "ara" il terreno quasi a voler ricordare agli uomini e soprattutto agli dei che è arrivata l'ora di risvegliare la terra e donarle calore e nuova vita. Insomma, siamo in presenza di una rappresentazione sacra appartenente a una religione scomparsa, che non sappiamo più comprendere e di cui non sappiamo nulla di preciso. Forse solo i bambini, che oggi sono i veri protagonisti della festa, intuiscono questi antichi significati e "interpretano" istintivamente i riti delle mascherine.