Un amico che di tanto in tanto visita queste pagine, mi ha consigliato di intitolare queste brevi storielle Storia del paese in cui non è mai successo niente.
In effetti, sarebbe un bel titolo, neanche tanto fuorviante: perché anche nei paesi - come Laives - in cui apparentemente non succede un granché in realtà si sviluppa una "storia" nient'affatto banale e degna di essere conosciuta... e raccontata.
Comunque, pur apprezzando il suggerimento che magari ci verrà buono in un secondo momento, per adesso teniamo fede al nostro "Laives e le strade". Infatti non è un caso se abbiamo scelto questo titolo per questa rubrichetta quasi-storica che faticosamente cerca di ricostruire un puzzle di cui non sono noti che pochi tasselli.
Già nel primo capitolo si è brevemente accennato al fatto che più di ogni altro fattore quello viario ha rappresentato una costante di assoluto rilievo nelle vicende laivesotte. Laives è un paese "di strada" per antonomasia, nel senso che per evidenti ragioni topografiche il suo sviluppo è da sempre stato fortemente influenzato dalle vie di comunicazione tra nord e sud ma, anche, tra occidente e oriente.
Gli stessi Reti, insediatisi nella valle 500 anni prima della nascita di Cristo, e di cui abbiamo parlato a lungo e di cui continueremo a parlare in futuro, hanno ereditato una fitta e ben strutturata rete viaria dai loro predecessori (i lontani parenti di Oetzi, per intendersi) che, ovviamente, per ragioni strettamente "economiche" o di sopravvivenza erano costretti a muoversi parecchio all'interno di un vasto territorio sia montano che di fondovalle.
La perenne ricerca del cibo e di condizioni ambientali confacenti alle esigenze umane ha determinato un viavai che ai nostri occhi appare quasi inverosimile.
A Laives e nella zona circostante si sono concentrati sin dai tempi più remoti alcuni passaggi molto importanti per le popolazioni dell'epoca: abbiamo già detto della "linea" nord-sud che ancora oggi ci vede "protagonisti" non sempre entusiasti ma prima ancora andrebbero ricordate le vie verso i monti sovrastanti l'abitato (da Nova Ponente al Corno Nero) e, sull'altro lato della valle, i passaggi per l'Oltradige, la vasta zona della Mendola e la Valle di Non.