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Pimpignegol: termine ancora molto utilizzato e per così dire multiuso. Infatti serve per designare vari oggetti, reali e immaginari, purché di piccola taglia e scarso rilievo. In italiano si potrebbe dire peduncolo (per esempio delle ciliege), appendice, prolungamento o, usando un altro termine Laivesòt, el còsen.
Il pimipgnegol si presta a un'infinità di usi: infatti si può sdrucar, tirar, toccar, alzar, sbassar, snasar, slongar, taiar e, per non aggiungere altro, perfino vardar e sconder...
Insomma siamo in presenza di una parola della massima utilità che racchiude in sé un universo pressoché infinito di minuzie.
In quanto all'origine, si tratta di un termine gergale, scaturito proprio dall'urgenza di dare nome al niente, all'affare insignificante. Pimpi potrebbe essere una alterazione fonetica di piccolo, gnegol una deformazione forse infantile dell'avverbio niente. Ma trattandosi di un'inezia, questa volta ci risparmiamo ulteriori indagini...

Dizionario

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