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La città di pietra sul Rio Enz # 2

di Reinhard Christanell



Grande è lo stupore che ci coglie quando raggiungiamo lo sperduto e affascinante sito in cima al Montelargo, una vera e propria città di pietra. Immersi nel profondo silenzio del bosco, i resti delle mura ciclopiche, profonde fosse scavate nel terreno, enormi cumuli di pietra e, soprattutto, un grosso blocco di porfido sistemato a pochi metri dall’abisso che si apre sulla valle dell’Adige e la selvaggia Vallarsa. Questa enorme pietra orizzontale (vedi foto) fungeva probabilmente da altare per i riti sacrificali celebrati in onore di qualche divinità.

Ma torniamo al nome del luogo. Esso si compone, nelle varie versioni note, di due parole: “Enz-Ens-Ennts-Trens“ e “Birch-Birg-Berg“. Di primo acchito è identificabile solo il secondo, poiché “Berg” ci riporta immediatamente al termine tedesco per montagna ma anche a “Burg”, castello, derivati entrambi dal preindoeuropeo “pir” e dal successivo “borz” con il significato di altura, rocca, dirupo.

Invece “Ens-Enz-Trens“ non dice molto. Gli studiosi hanno azzardato varie interpretazioni: alcune propendono per la derivazione di “Trens” (che in Alto Adige compare anche in altri toponimi come per esempio “Maria Trens”) dal latino “torrens” (ruscello, rio), ma questa ipotesi rappresenta probabilmente una variante romanica di una forma molto più antica; altre sostengono che “Trens” sia comunque errato mentre la forma corretta sarebbe “Enz”. Costoro fanno riferimento al termine dialettale bavarese “enz“, che secondo il noto linguista Grimm, “premesso ad altre parole ne fa risaltare l’aspetto mostruoso”: come nel caso di “enz-mann (uomo gigantesco) o enz-kerl, derivati da “ent” ovvero “enz” = gigante e “enterisch”, “entisch”.

Questa interpretazione, che ci condurrebbe ad un significato come “grande montagna” o, forse, “montagna dei giganti”, non ci pare convincente in quanto tutte le montagne sono alte e specialmente in questa zona ve ne sono di molto più imponenti del Montelargo.

Secondo Hans Krahe, linguista a Würzburg, “Enz” sarebbe un antichissimo idronimo europeo. Nella sua forma più antica, “Enzin”, riaffiora infatti l’originale “Antin”, che deriva dall’indoeuropeo “antina”, confine, che a sua volta trae origine da antios, antistante. Già nell’835 si parla di “flumine enzin”, nel 1150 di “Enze fluvius“, nel 1100 di “Enzeberch“. Nel Canton Lucerna esiste il nome di una montagna Änzi (da Antinosi), che designa la cima dirimpetto. Da qui l’interpretazione del nome come “parete antistante, termine, confine, ciglio “, dall’antico indoeu. “Hent”.

Tutti questi termini si adattano bene anche al nostro sito, esposto a precipizio su Laives e la valle dell’Adige. Dunque l’antico “Enz” potrebbe significare “ruscello che viene dalle montagne” e non è escluso che l’odierno Rio Vallarsa, nome di periodo medievale, in origine si chiamasse proprio “Enz”, e da questo rio potrebbe aver preso il nome l’antico e prestigioso insediamento di “Enz-birch”, la città sacra sopra il Rio Enz e l’origine dell’odierna Laives.









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