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La visita del prefetto Podestà

di Reinhard Christanell


Sua Eccellenza Agostino Podestà era prefetto di Bolzano dal febbraio 1940, XVIII dell’era fascista. Nato a Novi Ligure nel 1905, aveva aderito al fascio da sedicenne e partecipato alla marcia su Roma. Si laureò in fisica e dopo diversi incarichi di prestigio fu nominato prefetto di Arezzo e quindi di Bolzano. Qui succedette al noto Giuseppe Mastromattei, che per otto anni aveva guidato la politica di italianizzazione dell’ Oberetsch / Alto Adige.

La vecchia via Roma con la Cassa di Risparmio


Il 28 luglio 1941, una domenica, il prefetto Podestà, a sua volta appassionato di bagni di folla, visitò ufficialmente Laives. Al di là dei toni trionfalistici e patriottici, il resoconto della visita apparso sul quotidiano di regime “Alpenzeitung” ci restituisce un quadro interessante del paese nel ventennio. “Besuch der Exzellenz des Präfekten in Laives” titolò a caratteri cubitali il giornale, che nel sottotitolo elencò i punti salienti della visita: “Visita alle strutture pubbliche; visita ad aziende agricole; raduno della popolazione davanti al municipio”. Sulla foto di rito, le autorità si fecero immortalare davanti a un enorme VINCERE! dipinto sul muro di una casa.

Scrisse poi il giornale: “Domenica Sua Eccellenza ha visitato il popoloso paese di Laives, dove è stato accolto dagli abitanti entusiasti, che hanno manifestato la loro fede fascista e la consapevolezza della grandezza dell’epoca presente”. Non poco. Laives, pur trovandosi alle porte di Bolzano, non aveva perso il suo carattere agricolo e gli abitanti “hanno trasmesso al prefetto la loro entusiastica adesione al regime e la soddisfazione per le sue vittorie eroiche”. Prima di raggiungere il centro del paese, il prefetto era stato accolto trionfalmente da una schiera di Dopolavoristi impegnati in una gara ciclistica. Oltre 1000 persone salutarono il prefetto all’ingresso del paese, tra cui le “forze fasciste di Laives, le donne fasciste, gli invalidi, i giovani fascisti e i balilla”. In compagnia delle autorità locali, tra cui il parroco e il segretario del fascio, il prefetto si recò alla casa del fascio, dove lo accolsero i feriti di guerra. “La casa del fascio non è più sufficiente per la popolazione di Laives”, scrisse il giornale, “che in poco tempo è passata da 4000 a 8000 unità”. C’era la necessità di costruirne una nuova. Successivamente, il prefetto visitò la ditta Rabbiosi a sud di Laives, la Cassa di Risparmio e l’azienda agricola di Vittorio Perathoner e Giacomo Comperini, situate nelle vicinanze della stazione ferroviaria.

Nel frattempo la popolazione si era radunata davanti al nuovo municipio. Dopo il doveroso saluto al duce, vennero elencate le opere pubbliche eseguite di recente: la pavimentazione della via Pietralba costata 117.000 Lire, della via D. Chiesa, costata 70.000 Lire, della via Roma per un importo di 40.000 Lire. Per la via Campi erano state investite 1200 Lire. Cinque appartamenti erano stati ristrutturati e l’ambulatorio medico e il consultorio erano stati sistemanti. La scuola elementare aveva avuto in dotazione un impianto microfonico. Complessivamente, investimenti per 336.000 Lire. “750.000 Lire saranno stanziati per la condotta dell’acqua potabile”, concluse il giornale “e inoltre si attende la costruzione di una nuova scuola con almeno 20 classi per un importo di 2 milioni di Lire. È in programma anche un cinema con 1500 posti a sedere”.

Dopo aver ricordato i trionfi della marina nazionale, il prefetto lasciò Laives per incontrare nuovamente i Dopolavoristi. Una giornata trionfale.








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