Laives ai tempi della
Capitolo 2
via Claudia Augusta
La via Claudia Augusta passava da Laives?
La via Claudia Augusta passava per Laives?
Per rispondere a questa domanda, dobbiamo fare un passo indietro. Proviamo a immaginare com'era la "rete viaria" dell'epoca e poi la risposta ce la troveremo bell'e pronta tra le mani. Le popolazioni pre-romaniche, ossia i Reti insediati da secoli nella nostra zona e in tutto l'arco alpino (dei Reti parleremo successivamente), sono considerati una popolazione laboriosa e, soprattutto, di montanari e quindi non particolarmente bellicosa.
Perciò per i loro movimenti (nel mondo antico ci si muoveva molto, non meno di adesso), che avvenivano in piccoli gruppi, si accontentavano di antichi sentieri, pericolosi attraversamenti montani (per esempio tra la Bassa Atesina e l'Oltradige il "passo del Much", avremo occasione di parlarne), pedemontane abbastanza improvvisate.
La valle era praticamente dominio incontrastato del grande fiume Adige, che in certe stagioni rendeva difficile ogni spostamento. Si tenga conto che la "Etschregulierung" ossia la regolamentazione del percorso dell'Adige avvenne sotto l'imperatrice Maria Teresa d'Austria a metà dell'ottocento, anche se da sempre gli abitanti del posto hanno cercato di "arginarne" l'espansione. Perciò a nessuno era mai venuto in mente di costruire una strada vera a propria in mezzo a quel pantano.
I Romani erano di tutt'altra pasta: si muovevano in massa, erano in fase di grande
espansione e, soprattutto, odiavano le montagne. Perciò Druso, figlio adottivo di Augusto imperatore, doveva essersi messo le mani nei capelli arrivando dalle nostre parti: viottolini, sterpaglie, acquitrini. La piana di Bolzano una sorta di lago naturale alimentato da Adige, Isarco e Talvera.
"Qui la prima cosa da fare è una strada", deve aver pensato e detto. E infatti, una grandissima strada venne costruita da suo figlio Claudio e ci vollero ben 60 anni per terminare i lavori.
(la pietra miliare rinvenuta sopra Merano con il testo
latino e la traduzione)