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Che c'entrano gli Indoeuropei con la nostra storia di Reti e di Romani? C'entrano nella misura in cui questi popoli o Urvolk stanziato in una vasta area dell'Europa centro-meridionale, tra il V e il II millennio a.C. (età del bronzo) si mise in moto e sparpagliò un po' in tutte le direzioni, dall'Europa (tranne il nord finnico) all'Asia (Persia e India) e, come si vede nell'immagine (1), arrivò anche dalle nostre parti... Insomma, non è azzardato affermare che gli Indoeuropei siamo noi e che questo viaggio - o migrazione come si direbbe oggi - durato diversi secoli ci riguarda molto da vicino... Tutte queste tribù avevano una base linguistica (Ursprache) e, naturalmente, anche un orizzonte culturale-religioso comune: una società essenzialmente patriarcale, suddivisa in contadini, sacerdoti e guerrieri. Le terre che conquistarono e in cui si mescolarono con le popolazioni residenti erano invece in gran parte di tipo matriarcale, nel senso che tutto originava da una prosperosa Dea Madre (foto 3) dispensatrice di vita e fertilità. I Reti, di origine mediterranea, erano estranei a queste popolazioni ed infatti parlavano una lingua completamente diversa. Invece i Romani e la loro lingua, il latino, ne fanno parte a pieno titolo. Della lingua dei Reti purtroppo sappiamo poco perché poche sono le testimonianze dirette giunte fino a noi: perlopiù iscrizioni funerarie su pietra o incisioni su metallo. Il motivo di tale carenza di fonti non è dovuta alla scarsa propensione alla scrittura di questo popolo ma al supporto che essi usavano: il papiro egizio, che, adatto al clima desertico, nell'ambiente alpino si deteriorava molto rapidamente… La pergamena, altro supporto in uso accanto alle tavolette d'argilla, trovate in gran numero in Mesopotamia, ottenuta da pelli lavorate di ovini, era più rara e costosa e fu utilizzata soprattutto a partire dal medioevo. Ultima annotazione: un curioso papiro (foto 2) del 50 d.C. contenente la lettera di una madre (Hikane) a un figlio (Isidoro) scoperto di recente e che pubblichiamo – nei pochi frammenti finora decifrati - per la ricorrenza della festa della mamma:“[Hikane] a Isidoro [suo figlio, saluti. Prima di tutto] ho ritenuto necessario, dal momento che la barca si stava mettendo in mare, di scrivere. . . me. Sono a Berenice. Ti ho scritto una lettera [? Ma non ho ricevuto una] lettera. Era per questo che ti ho portato in grembo per nove mesi e allattato per tre anni, in modo che tu non fossi in grado di ricordarti di me nemmeno per lettera? “.(continua)

Quando a Laives

Indoeuropei

Capitolo 3

si parlava latino

Distribuzione dei popoli e delle lingue nell' Europa e nell' area meditteranea inorno al III - II millennio a.C.

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