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Abbiamo più volte accennato all'importanza rivestita nei tempi antichi - tra il X secolo a.C. fino alla conquista romana della valle dell'Adige e alla costituzione della Rezia romana da parte di Augusto imperatore - da alcuni luoghi compresi tra il Monte di Mezzo (sopra Vadena) e il Monte Largo (sopra Laives). 
Andiamo ad approfondire alcuni aspetti di questa tematica, interessante ma anche molto complessa. Pare ormai evidente, alla luce degli studi e soprattutto degli scavi effettuati dalla seconda metà del secolo scorso in poi, che tutta la striscia di terra ubicata tra l'odierno Safety Park (vecchio maso Gilgen) e Laimburg/Stadlhof, all'incirca 5 km in tutto, in altre parole tutta la sponda destra del fiume Adige, sia stata popolata, dapprima in forma sporadica e "spontanea" e successivamente in modo piuttosto intenso e "organizzato" da varie popolazioni, dall'VIII secolo in poi soprattutto da tribù accomunate dall'appartenenza alla cultura Fritzens-Sanzeno, insomma i nostri Reti. 
Si iniziò a comprendere quanto fossero stati rilevanti quei luoghi già a partire dalla metà del diciannovesimo secolo. Scrive infatti l'archeologo Alberto Alberti nel suo interessante "La scoperta della necropoli di Vadena: storie di uomini e reperti": "La scoperta della necropoli di Vadena /Pfatten avvenne casualmente intorno al 1847 per opera di contadini del luogo. Questi, nel dissodare e bonificare un campo in località maso Stadio /Stadelhof, a seguito delle imponenti piene dell’Adige di alcuni anni prima (1844-45), notarono, alla base di un conoide detritico, del terreno nero carbonioso ritenuto molto fertile. Nell'estrarre tale terra s’imbatterono in vasi di terracotta, contenenti ossa e oggetti metallici (fibule, coltelli). La curiosità e la speranza di trovare ricchi tesori stimolarono i proprietari del fondo, i fratelli Waldthaler, a intraprendere degli scavi. Vennero così ritrovate le prime tombe, ma nessuno degli oggetti preziosi tanto agognati.”
Fu l'inizio di una lunga avventura, interrotta e ripresa in più occasioni fino ai giorni nostri. Un'avventura peraltro ancora tutta da scrivere, nel senso che sono stati chiariti alcuni punti base ma la lettura, l'interpretazione dei dati emersi potrà fornici in futuro ancora molte sorprese. Accanto alla necropoli, di cui parleremo ancora in seguito, si cercò a lungo il villaggio che in qualche maniera doveva essere collegato al sito: è infatti impensabile che sia esistito un cimitero senza nessun paese vicino. E infatti, il villaggio o tracce consistenti di esso (capanne) fu trovato negli anni '70 del ventesimo secolo. Un villaggio antichissimo, sopravvissuto per molti secoli e quindi di grande importanza per tutta la storia dei Reti della valle dell'Adige.

La Necropoli di Vadena

Capitolo 30

via Claudia Augusta

Laives ai tempi della

Elmo di foggia celtica rinvenuto in una tomba di Vadena.

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