di Reinhard Christanell ©
Nonostante il legame storico tra le due località, i collegamenti tra Bolzano e Laives non sono mai stati agevoli. Le cosiddette vie alte erano impegnative, il trasporto sull’Adige inadeguato e troppo distante dai centri abitati.
Posa dei binari in via Galizia (foto Landesarchiv)
Neppure la ferrovia, arrivata verso il 1850, riuscì a risolvere definitivamente il problema: infatti la linea fu realizzata in mezzo alla valle e lontana dai paesi. Veniva utilizzata soprattutto dai turisti della domenica e dai pellegrini che si recavano al santuario di Pietralba: ma non divenne mai un mezzo adeguato alla mobilità urbana o extraurbana di breve percorrenza.
Rimaneva, da secoli, una sola via praticabile: il vecchio, polveroso stradone pedemontano rimasto uguale dal tempo dei Romani. Era una sorta di pista da Far West, e ad ogni curva c’era da attendersi un assalto alla diligenza o un’imboscata. La cattiva fama del tracciato raggiunse perfino Innsbruck e Vienna, e le varie amministrazioni furono spesso invitate a metterlo in sicurezza.
Laives era “un paese a due ore di cammino” da Bolzano. Era infatti quello il tempo che occorreva per spostarsi tra i due luoghi. Nel corso del tempo arrivarono cavalli, carrozze, biciclette, macchine su due e quattro ruote: il tempo si abbreviò ma, in ogni caso, i collegamenti rimasero complicati.
Un primo tentativo concreto di risolvere il problema fu la realizzazione del tram. Ma il primo tratto si fermava a Vurza e rimaneva comunque un bel pezzo di strada da fare a piedi. Poi finalmente nel 1931 fu inaugurata anche la linea Vurza – Laives che attraversava le campagne lungo l’attuale via delle Part fino al capolinea davanti all’albergo Casagrande. Venne smantellata nel dopoguerra per favorire la SASA.
Inaugurazione della linea tramviaria (foto Landesarchiv)
Con la consueta enfasi il giornale fascista in lingua tedesca “Alpenzeitung” il 17 luglio 1931 annunciò l’ultimazione dei lavori. “Avremo finalmente a disposizione il servizio di trasporto pubblico tra Bolzano e Laives (paese)”, annunciò il foglio del regime. E continuava: ”Per la costruzione di quest’opera, l’Azienda Elettrica Consorziale ha dovuto superare numerosi ostacoli tecnici ed economici. La decisione di costruire questa linea è stata presa un anno fa e ora essa è terminata e il desiderio a lungo nutrito dalla popolazione è stato esaudito.”
Il capolinea del tram a Laives
Il viaggio tra Piazza Walther (all’epoca piazza Vittorio Emanuele), Ristorante Rovereto, S. Giacomo e bivio vecchia strada statale (oggi via D. Chiesa) durava 45 minuti. Il prezzo del biglietto fu fissato in 2,20 Lire. L’abbonamento mensile costava 72 Lire, quello per studenti 48 Lire. In certi orari i pendolari della zona industriale di Bolzano potevano viaggiare per 1,20 Lire utilizzando un’apposita tessera per evitare che “certi furbi approfittino dei convogli per lavoratori per pagare meno”. Le tessere potevano essere richieste ai comuni di Bolzano e Laives.
Il primo tram partiva da Bolzano alle 4.50 del mattino, l’ultimo alle 23.55. Forse valeva la pena mantenerlo in vita, il nostro tram. Ma del senno di poi, si sa, sono pieni i fossi.
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