di Reinhard Christanell
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I miracoli, reali o presunti, stanno alla base di molti culti. Evidentemente l’essere umano è propenso naturalmente a credere a misteri, magie e forze sovrannaturali e questa sua “fede” a volte produce prodigi che la stessa scienza fatica a spiegare. Nel contempo, i miracoli sono sempre stati sfruttati dai professionisti del settore e in ugual misura non sono mai mancati i detrattori dei commerci della fede.
Una simile contesa dei miracoli avvenne anche a Laives e si può dire che non è mai stata risolta completamente. Riassumiamo i fatti, come narrati nel 1922 da un giornale dell’epoca, la “Volkszeitung, quotidiano socialdemocratico del Tirolo”. Come noto, nel 1553 un pio contadino ritrovò, su indicazione della Beata Vergine in persona, una statuetta di alabastro raffigurante una Pietà sepolta nel terreno in località Pietralba. Già il fatto che un uomo di nome Weissensteiner (pietra bianca) ritrovasse una statuetta di pietra bianca può considerarsi stupefacente. Nel 1561 sorse la prima chiesa e il santuario assurse a grande notorietà tra i fedeli. Nel 1716 i Servi di Maria di Innsbruck si assunsero il compito di gestire il frequentatissimo santuario. L’anno successivo avviarono la costruzione del convento che fu conclusa nel 1722. Come testimoniato da centinaia di ex-voto, la statuetta produsse miracoli pressoché quotidiani e di conseguenza aumentarono a dismisura anche le offerte a favore dei Servi di Maria. Nel 1787 un decreto di Giuseppe II pose termine al miracoloso affare. La statuetta venne trasferita nella chiesa parrocchiale di Laives.
Tuttavia, i previdenti Servi di Maria fecero circolare la voce che in realtà solo una copia della statuetta miracolosa era stata trasferita a Laives mentre quella vera continuava a “soggiornare” nella sua amata Pietralba. Il popolo dei fedeli, per non sbagliare, continuava a salire a Pietralba ma nel contempo faceva una capatina anche nella chiesa parrocchiale di Laives. Se un miracolo avveniva, nessuno poteva affermare con certezza se questo era avvenuto a Laives o a Pietralba. Nel 1838 i Serviti ottennero il permesso di ricostruire il convento ma non la restituzione della statuetta. Ma come per miracolo, anche la presunta copia di Pietralba iniziò a compiere miracoli in serie mentre a Laives la presunta statuetta originale non era da meno. Ne nacque una vera e propria contesa dei miracoli tra Laives e Pietralba che i Servi di Maria pretesero di risolvere a loro favore chiedendo la definitiva restituzione della statuetta. Il Landeshauptmann di allora, von Brandis, invitò il comune di Laives a restituire la presunta statuetta originale ma i Laivesotti opposero fiera resistenza. Sostennero infatti che la restituzione non era neppure necessaria in quanto i Servi di Maria stessi avevano dichiarato che la vera statuetta si trovava già a Pietralba. Non aveva dunque senso restituire una semplice copia della statuetta miracolosa. Al seguente ordine di restituzione di von Brandis, i Laivesotti si appellarono addirittura al governo di Vienna, allegando al loro reclamo una scatola contenente vari oggetti “miracolosi” che i pii frati avevano messo in commercio in una bottega adiacente alla chiesa. Vienna reagì stizzita alla rivelazione dell’indegno commercio e a quel punto i Servi di Maria, temendo rappresaglie già vissute in passato, ritennero opportuno desistere dalla richiesta. Ottennero da von Brandis, presente personalmente alla cerimonia, “l’incoronazione” anche della copia dichiarata ufficialmente originale della miracolosa statuetta. Il commercio riprese a fiorire mentre a Laives, sede del presunto originale, si impose una fede meno scenografica e mercantile.
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