di Reinhard Christanell
Foto: © David Kruk
Terlano, “a due ore di cammino da Gries” (come scriveva nel 1901 nella sua “Chronik von Terlan” lo storico e sacerdote Karl Atz, che qui morì tre anni dopo, come ci ricorda una targa apposta sulla chiesa parrocchiale) è oggi nota soprattutto grazie al nome di Margarete: che da un lato richiama alla memoria l’ultima e indimenticata contessa del Tirolo, vissuta tra il 1318 e il 1369, dall’altro designa i meno nobili ma ciò nonostante apprezzabilissimi asparagi che qui crescono grazie al terreno sabbioso apportato nel corso dei secoli dall’Adige e ai quali un'accorta operazione di marketing ha assegnato questa denominazione proprio in onore della potentissima donna.
Margarete era discendente diretta di Mainardo II. A dodici anni venne data in sposa a Giovanni Enrico di Lussemburgo, uomo che poi ripudiò per sposare Ludovico di Brandeburgo. Dopo la morte del suo unico figlio Mainardo III, nel 1363 cedette il Tirolo agli Asburgo e si ritirò a Vienna. Margarete era particolarmente legata a Terlano dove dimorava spesso nel Castel Neuhaus o Maultasch, sotto il quale si trovava la famigerata dogana che imponeva ai passanti (con esclusione di sacerdoti e pellegrini) una gabella a favore dei signori del paese.
Per secoli la giurisdizione di Terlano, comprendente anche Nalles, Vilpiano e altri paesini del circondario, fu in mano ai potenti bolzanini Niederthor che la esercitarono fino alla loro estinzione nel XVI secolo.
Ma la ricchezza del paese non deriva (soltanto) dagli asparagi. Molto più importanti furono (fin dal tempo dei Romani e forse anche prima) e sono la viticoltura (notissimo il bianco Terlaner) e, nel medioevo, l’estrazione dell’argento. Oltre mille minatori erano occupati nelle varie miniere del luogo e il prezioso metallo, una volta fuso, transitava verso sud sull’Adige.
Leggiamo ancora nella “Cronaca” di Atz: “Di sei quartieri si compone il comune. (…) Per primo si incontra il paesino di Settequerce… con il noto podere di Grosskarnell appartenuto ai Conti del Tirolo… Più avanti incontriamo Klaus (Chiusa) e poi il centro di Terlano attorno alla chiesa parrocchiale… Winkel è il villaggio dei minatori… Poi arriva Kreit, che dovrebbe chiamarsi “Gereut” in quanto deriva da rauten o reuten… A nord troviamo il quartiere di “Vorberg” e sopra la rocca di Neuhaus lo sperduto sobborgo di Montigl”.
Manca, dall’elenco di Atz, la frazione di Vilpiano, comune autonomo in seguito alla riforma del 1819 e aggregato a Terlano nel 1854. In quel periodo Terlano contava 1400 abitanti, oggi sono quasi 5000. Già prima dell’anno 15 a.C., ossia prima dell’arrivo di Druso e Tiberio, il luogo era popolato, come dimostrano i numerosi reperti rinvenuti soprattutto a Settequerce (di cui, data l’importanza del sito, parleremo in altra occasione), vero e proprio centro retico ai margini della piana bolzanina. Orazio celebrò con questi versi la conquista dell’ostico ma strategicamente rilevante territorio retico “delle genti indomabili arroccate nei loro castelli sulle Alpi spaventose”: “Drusus Genaunos, implacidum genus, / Breunosque velocis et arces / Alpibus impositas tremendis / Deiecit acer plus vice simplici.”
A tal riguardo, Atz parla anche del nome del paese: “A favore di un insediamento romano depone anche il nome del paese, noto come Terlianum, ad Teriolanos, Teriolanum, Turlanum, assai simile a Teriolis (Castel Tirolo) e apparentemente un baluardo meridionale del territorio di Maia – Tirolo e più avanti il punto più a sud del Burgraviato.” In epoca medievale il nome si trasforma in Torilan, poi Toerlan e infine, nel 1525, Terlan. Nei pressi della chiesa è stata recuperato anche uno straordinario battistero paleocristiano, testimone di grande valore della diffusione del Cristianesimo nella valle dell’Adige nel IV secolo.
Spicca, a bordo dell’antica strada militare, la chiesa parrocchiale tardo-gotica dell’Assunta (stupendo il ciclo di affreschi della Bozner Schule) con il suo campanile di 75 m smontato e rimontato nell’800 a causa della sua eccessiva pendenza.
Lasciando il paese, ci fermiamo ancora una volta sotto la rocca di Maultasch costruita nel 1206 e ben visibile in tutta la valle. Poco distante furono rinvenuti i resti di un antico ponte (romano?) sull’Adige citato in un antico documento: “apud pontem Nove domus, in loco, ubi solitum est haberi judicium”.
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